La scorsa settimana è stato identificato e inattivato un nido di vespa velutina a Cittadella. L’insetto è particolarmente pericoloso perché si nutre di api domestiche: diventa quindi essenziale salvare gli apiari e iniziare un’attività di prevenzione.
Dopo il ritrovamento di alcuni esemplari in un apiario a Mira lo scorso anno e nel 2016 a Bergantino, sembrava che il Veneto fosse scampato il pericolo, ma ora l’attenzione si rialza e occorre correre ai ripari.
La Vespa Velutina: origine e diffusione
Il calabrone asiatico non è un animale originario del nostro continente. È infatti definita “specie aliena” o vespa cinese. Questo calabrone asiatico, o calabrone asiatico killer, proviene dall’Asia sud-orientale, in particolare da India, Indocina, Giava e Cina. In Europa è stata avvistata per la prima volta nel 2004 in Francia, nei pressi di Bordeaux. Sembra infatti che sia stata introdotta con un carico di piante ornamentali provenienti dalla Cina. Da lì, si è diffusa rapidamente nel resto della Francia, sconfinando in Spagna, Portogallo, Belgio e, nel 2012, anche in Italia. Nel nostro paese, risulta presente in Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana. In Francia e purtroppo anche nelle regioni Italiane ha devastato gli apiari.
La specie europea: nutrizione e comportamento
La specie di velutina introdotta in Europa è chiamata nigrothorax e si nutre n particolar modo delle api domestiche. Gli adulti si nutrono di sostanze zuccherine, tuttavia devono catturare altri insetti per fornire le sostanze proteiche necessarie allo sviluppo delle larve. Come la maggior parte degli imenotteri, anche i calabroni asiatici sono insetti sociali e vivono in colonie, in nidi che in autunno raggiungono grandi dimensioni e possono ospitare più di 10.000 individui (fino a 13.000, in media 6.000). Questa biomassa in sviluppo richiede quindi un grande quantitativo di sostanze proteiche: in questo contesto gli apiari sono per loro un imperdibile banchetto. Questi grossi imenotteri, una volta individuato l’alveare, visitano quotidianamente il sito, per catturare le api direttamente in volo all’uscita dell’alveare (Life Programme, European Commission s.d.).
Non sono solo le api domestiche a costituire la fonte proteica della loro dieta: il calabrone asiatico infatti preda anche diverse specie di api selvatiche e vespe, ma anche mosche, zanzare, farfalle, bombi e altri insetti. La composizione della loro dieta dipende fortemente dall’ambiente dove nidificano, come dimostrato da uno studio francese (Claire Villemant 2011): la percentuale di api predate rispetto al totale in ambiente urbano può arrivare al 66% e scendere fino al 33% in ambiente forestale dove sale invece la percentuale di vespe (dall’8 al 28%) (Life Programme, European Commission s.d.)
Per procacciarsi questa fonte di nutrimento, i calabroni asiatici si appostano davanti all’entrata degli alveari, dove attendono il ritorno delle api bottinatrici. L’alveare viene letteralmente preso d’assedio e le api si rifugiano nell’alveare, smettendo di procacciare il cibo necessario per la sopravvivenza della famiglia. In Liguria, hanno osservato che 3-5 Vespe Velutine possono arrivare a catturare un’ape ogni 10 secondi.
L’intervento dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto
Gerardo Meridio, Presidente dell’associazione Regionale Apicoltori del Veneto, esprime grande preoccupazione: “il 2023 è stato uno dei peggiori anni per la produzione del miele. La produzione si è ridotta dell’80% a causa dell’andamento climatico, gli apicoltori sono stati costretti ad intervenire ed alimentare le api altrimenti morte per fame, o peggio per avvelenamenti. Ora manca solo l’arrivo della Velutina per mettere in ginocchio l’apicoltura. Siamo in contatto con i colleghi della Liguria e Toscana per percorsi formativi basati sulla loro esperienza per attenuare l’impatto di questo insetto killer delle api e, da non sottovalutare, di tanti altri impollinatori attraverso la ricerca dei nidi e la loro inattivazione. È una vespa molto pericolosa non solo per le api e gli altri impollinatori, ma anche per l’uomo. Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo. In prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento: 8-12 punture possono provocare un avvelenamento tale da richiedere il ricovero in ospedale. La pericolosità è anche dovuta al fatto che la Vespa Velutina costruisce i propri nidi spesso in vicinanza di aree urbane o dentro edifici ad uso umano, come serre, capanni o terrazze”.
L’appello alla cittadinanza
Meridio, che con altre associazioni aveva organizzato un seminario a febbraio a Legnaro, lancia un appello: “Chiedo la collaborazione di tutti i cittadini. Un importante aiuto lo possono dare le trappole (bottiglie con della birra che catturano gli esemplari di vespa): se vengono intercettate in primavera le regine evitiamo l’insediamento di nuovi nidi”.
È quindi fondamentale il monitoraggio, la preparazione degli apicoltori di tutte le associazioni, il coinvolgimento della popolazione e della protezione civile, della Regione Veneto e dell’IZSVe.
Non dobbiamo dimenticare le gravi conseguenze che la riduzione delle api e degli insetti impollinatori porterebbero all’intero ecosistema e all’agricoltura.
Come Associazione abbiamo già attivato un percorso formativo pratico per gli apicoltori.